"La rivoluzione antispecista è la rivoluzione del terzo millennio e riassume tutte le rivoluzioni degli ultimi secoli. Le riassume e le ricomprende tutte perché contesta non specifiche discriminazioni, di genere, di razza, di posizione sociale ed economica, di età, ma l'idea stessa della discriminazione, ed estende il rifiuto delle discriminazioni a tutti gli esseri senzienti. Ammettere una ragione qualsiasi per discriminare pone a rischio qualsiasi pretesa antidiscriminatoria". V.POCAR

lunedì 21 settembre 2015

Caccia al cinghiale? Noi preferiamo andare a caccia di verità!


Ieri, purtroppo, si è aperta una nuova stagione venatoria e mi è sembrato il momento più adatto per pubblicare questo commento.

Ho impiegato un po' di tempo a decidermi a scrivere questo post.
 
Sapevo che avrei dovuto "studiare" pagine che non mi sarebbero piaciute,  leggere commenti, vedere immagini e video di caccia, ma in queste ultime settimane si è sentito di tutto a proposito del pericoloso aumento dei cinghiali e avevo necessità di capire, di approfondire, di entrare in questo mondo oscuro.
 
Purtroppo il problema è stato sollevato anche qui in Irpinia: pare che campagne e raccolti siano andati distrutti, uomini e bambini siano in pericolo, strade e automobili siano minacciate da famiglie di cinghiali indisciplinate.
I toni, insomma, sono degni di sollevare una seria preoccupazione sia per chi vuol credere a tale disastro, sia per chi - come la sottoscritta - è ormai certa che si tratti di un allarmismo esagerato volto unicamente a giustificare le azioni cruente che pur ci si appresta ad attivare. 
 
Abbiamo sentito amministratori e politici preoccupati e indaffarati nella ricerca di soluzioni.
Abbiamo ascoltato i pareri delle associazioni di protezione animale!
Addirittura il "coordinamento presidenti distretti di caccia" è intervenuto a dire la sua!
A Varese hanno anche organizzato corsi di caccia collettiva!
 
Personalmente e, confesso istintivamente, trovo ripugnante la soluzione di intensificare la caccia.
Ma non mi sono fermata al mio istinto e ho provato a studiare, intrufolandomi, mio malgrado, anche in siti dedicati alla cd. "arte venatoria"... 
 
Ho così scoperto che la caccia al cinghiale, oltre ad essere tra le più brutali e violente, non può considerarsi assolutamente la soluzione del problema perché è giudicata da esperti della materia la vera causa del problema. 
  
Partiamo dall'allenamento dei cani.
Leggo che per l'allenamento dei cani vengono utilizzati solo  cuccioli di cinghiale (per evitare che cinghiali adulti possano ferire i cani). I cinghialini verrebbero 
rinchiusi in appositi recinti per consentire ai cani di esercitarsi in quella che sarà poi la caccia vera e propria.
Provate a immaginare la scena!
Cuccioli di cinghiali terrorizzati, inseguiti per ore da cani eccitati dalle urla e dal sangue, morsi e feriti fino alla morte.
Senza contare che anche i cani possono subire lesioni o chissà che altro per mano degli stessi cacciatori, qualora giudicati inadatti "strumenti di caccia".
(...sorvolo su questo aspetto, limitandomi a segnalare che le campagne della nostra verde Irpinia sono colme di cani da caccia abbandonati al loro destino perché anziani o troppo mansueti e paurosi per cacciare...)
 
Quanto alla caccia vera e propria, poi, esistono varie tipologie,  per la gioia di tutti i cacciatori!
La classica battuta di caccia  (che pare sia causa di moltissimi incidenti) in cui squadre di cacciatori muniti di armi e cani si aggirano nelle nostre campagne alla ricerca delle loro vittime.
La cd. caccia con altane e protezioni alle poste, che consente di evitare pericoli per i cacciatori (le statistiche, infatti, parlano di un tasso elevatissimo di mortalità!), i quali,  imbracciati i fucili possono sparare comodamente  dalle loro postazioni.
Una volta che i cinghialai si sono sistemati nelle poste assegnate, alcuni cacciatori  seguono i cani alla ricerca delle tracce.
Individuato e braccato il cinghiale, i cacciatori spingono l'animale dinanzi alle postazioni degli altri cacciatori che colpiscono e uccidono le prede.
Esiste anche un tipo di caccia in solitaria, per i cacciatori più impavidi che appostandosi in solitudine, mimetizzandosi tra la natura, attendono la loro preda provando a tenere a freno l'adrenalina che, pare, possa essere avvertita dalla vittima.
Ovviamente, esiste anche il bracconaggio ossia, l'uso di trappole, tagliole, lacci e cavi d’acciaio, battute in zone protette, richiami elettromagnetici, visori notturni, e tante altre diavolerie inventate dalla mente cacciatrice.

Non avendo trovato nessun accenno di sospensioni e/o limitazioni della caccia al cinghiale in questi anni nelle nostre Regioni, sono giunta alla conclusione che i cacciatori sono sempre stati liberi di sparare, ferire, catturare e uccidere a loro piacimento. 
E allora?

A questo punto, la domanda che mi sono posta è - credo - abbastanza ovvia:
se la caccia al cinghiale perdura imperterrita da tanti anni, se in ogni stagione venatoria vengono uccisi cinghiali in numero impressionante e se non mi pare di aver letto da qualche parte che vi è stata una qualche sospensione dell'attività, perché questi animali continuano ad aumentare?
Perché si diffondono anche laddove precedentemente non vi erano?
 
 
Ho letto la lettera inviata al quotidiano "La Nazione", da Mariangela Corrieri, Presidente dell'Associazione Gabbie Vuote Onlus Firenze, nonché membro del CAART - Coordinamento Associazioni Animaliste Regione Toscana e ho scoperto che sarebbe estinto il cinghiale autoctono maremmano, piccolo e  poco prolifico e che proprio i cacciatori avrebbero importato quello alloctono dell'est Europa grande e più prolifico.
Faccio mio il suo suggerimento e vi invito a leggere i seguenti documenti che spiegano scientificamente come "con la caccia le specie animali che sono già rare divengano ancora più rare e quelle che sono comuni diventino ancora più comuni":

  • Studio di ricercatori francesi nel dipartimento  Haute Marne. S.Servanty et al. Journal of Animal Ecology 2009 (indagine lunga 22 anni).

  • Studio del prof. Josef H. Reichholf direttore della Sezione Vertebrati del Museo Statale Zoologico di Monaco di Baviera

  • Studio di Norbert Happ noto conoscitore tedesco di cinghiali e cacciatore. Rivista venatoria Wild und Hund (23/2002)

  • www.abschaffung-der-jagd.de

  •          Studio, recentemente pubblicato sulla rivista Pest Management Science,Wild boar populations up, numbers of hunters down? A review of trends and implications for Europe” a cura di diversi autori provenienti da quasi tutti gli stati europei.
 
Insomma a me i conti non tornano per niente e mi insospettisce ancora di più l'atteggiamento riluttante del Governo...mi  chiedo come mai non si vogliano ascoltare le istanze e le proposte delle associazioni animaliste e si dia, invece, tanto credito alle affermazioni dei cacciatori...
 
Ciò che è certo è che mentre qualcuno di noi si interroga, cerando di studiare, di capire, da ieri le campagne italiane sono di nuovo terra di fucili e doppiette.
Resta tanta amarezza e la consapevolezza che chissà quanti altri animali dovranno essere sacrificati, prima che ci si renda conto dei giganteschi errori che stiamo commettendo...


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