"La rivoluzione antispecista è la rivoluzione del terzo millennio e riassume tutte le rivoluzioni degli ultimi secoli. Le riassume e le ricomprende tutte perché contesta non specifiche discriminazioni, di genere, di razza, di posizione sociale ed economica, di età, ma l'idea stessa della discriminazione, ed estende il rifiuto delle discriminazioni a tutti gli esseri senzienti. Ammettere una ragione qualsiasi per discriminare pone a rischio qualsiasi pretesa antidiscriminatoria". V.POCAR

mercoledì 30 maggio 2012

RIPRENDIAMOCI LA DEMOCRAZIA!



Come già ampiamente anticipatola Regione Piemonte ha cancellato il referendum regionale, fissato per il 3 giugno.
Malgrado l'iter ventennale del referendum, malgrado le proteste, la Regione ha, infatti, portato a termine il suo piano liberticida!


Ma il popolo non ci sta e il 3 giugno scenderà in piazza per far sentire la sua voce!

L'APPUNTAMENTO E' PER IL 3 GIUGNO ALLE ORE 15.30 A TORINO, IN CORSO BOLZANO, 30
a 100 metri da Porta Susa!

Qui le informazioni utili per raggiungere il concentramento!

Come si legge nel comunicato del comitato: "oggi, con la scusa della crisi economica, hanno cancellato una legge per impedire il Referendum sulla caccia. Domani, seguendo la stessa logica perversa, possono cancellare il diritto di voto !"

E', dunque, importante partecipare, perchè non è solo una battaglia antispecista...ma è una battaglia per la democrazia!

Qui troverete la ricostruzione di tutto il vergognoso iter del referendum...20 anni di battaglie legali, a colpi di ricorsi, sentenze e soprusi della politica!


Qui le informazioni per partecipare alla manifestazione!


Come sempre, informiamoci per informare!
Diffondiamo la conoscenza, partecipiamo...agiamo! 
Grazie!


martedì 29 maggio 2012

Il video del convegno antispecista partenopeo!

Ecco il video del convegno antispecista svoltosi alla facoltà di giurisprudenza dell'università Federico II di Napoli il 16 maggio scorso e organizzato dall'associazione studentesca "Giovani-menti"!


Sono intervenuti:
- Luigi Lombardi Vallauri, filosofo, scrittore, professore di Filosofia del Diritto presso l’Università di Firenze;

(il suo intervento inizia al minuto 51.20 circa del video)

- Roberto Politi, Responsabile dell’Associazione ‘’Progetto Vivere Vegan’’;

- Dott.ssa Amalia Bellusci, Nutrizionista Biologa
.

ATTENZIONE: 
per i più sensibili...al minuto 4.18 viene proiettato un video relativo agli allevamneti intensivi!
Il video termina al minuto 17.51!

Con l'occasione - per chi fosse interessato - vi informo della recentissima uscita del trattato di Biodiritto " La questione animale"!

Come potrete verificare, sfogliando l'indice, tra gli autori c'è anche il grandissimo prof. Vallauri, oltre al prof. Pocar e a tantissimi altri eminenti studiosi!

Buona visione e buona lettura!
Grazie!

lunedì 28 maggio 2012

Sperimentazione animale: c'è chi dice no! OBIEZIONE DI COSCIENZA!


Ieri ho conosciuto delle giovani studentesse di biologia, giustamente preoccupate per il loro futuro di ricercatrici animaliste!
La domanda che si sono poste - e mi hanno posto - è stata, in sostanza: carriera o principi?
Pensavano si trattasse di out-out: o accetto di effettuare esperimenti sugli animali oppure rinuncio al mio futuro da ricercatrice!

Ma non è così: la scelta c'è!

Evidentemente, non conoscevano la legge sull'obiezione di coscienza (la n. 413 del 1993) il che mi è parso abbastanza grave, tenuto conto che l'art. 3 comma 5 della legge in questione recita: "tutte le strutture pubbliche e private legittimate a svolgere sperimentazione animale hanno l'obbligo di rendere noto a tutti i lavoratori e agli studenti il loro diritto ad esercitare l'obiezione di coscienza alla sperimentazione animale. Le strutture stesse hanno inoltre l'obbligo di predisporre un modulo per la dichiarazione di coscienza alla sperimentazione animale a norma della presente legge".

L'art. 4 comma 3 aggiunge : "le segreterie di facoltà assicurano la massima pubblicità del diritto all'obiezione di coscienza alla sperimentazione animale"!

Tale pubblicità, a quanto pare, difetta!
Almeno nell'Università frequentata dalle mie amiche studentesse!

Eppure, per chi ama gli animali, e allo stesso tempo crede nella ricerca, sarebbe così importante sapere che la legge si preoccupa di tutelare e garantire il rispetto di entrambe le esigenze.

L'art. 1 della legge 413, infatti, dispone che: " i cittadini che [...] si oppongono alla violenza su tutti gli esseri viventi, possono dichiarare la propria obiezione di coscienza ad ogni atto connesso con la sperimentazione animale".

Quanto, in riferimento, nello specifico, agli studenti universitari, l'art. 3 comma 2 prosegue: "gli studenti universitari dichiarano la propria obiezione di coscienza al docente del corso, nel cui ambito si possono svolgere attività o interventi di sperimentazione animale, al momento dell'inizio dello stesso". 

Diffondiamo questa conoscenza!
Quanti più giovani ricercatori sapranno di avere questa alternativa, tanti più saranno gli obiettori...e di conseguenza diminuirà il numero degli animali vittime indifese di inutili esperimenti!


Grazie!

giovedì 24 maggio 2012

La sentenza del Tribunale di Fermo: uno spiraglio di libertà per le galline ovaiole?



 E' di poche ora fa il comunicato della Lav in cui si festeggia un'altra vittoria del fronte antispecista!

Questa volta, la decisione viene dal Tribunale penale di Fermo: la sentenza è la n. 37 del 2 febbraio 2012.

Con tale provvedimento, la Corte marchigiana ha condannato per violazione dell’art 544 ter c.p. (maltrattamento di animali), il titolare di un allevamento intensivo di galline ovaiole perché, detenendo le galline in condizioni di sovrappopolamento insopportabili, tali da comportare una lesione del benessere delle stesse, ha causato loro inutili sofferenze.
Il colpevole è stato condannato ad una multa di 5 mila euro e alla sospensione dell'attività di allevamento per la durata di 3 mesi, con sentenza divenuta irrevocabile. 

La sentenza è importante sotto vari aspetti:
  1. in primis perchè ribadisce l'orientamento ormai pacifico in giurisprudenza, in forza del quale tutti gli animali possono essere vittime del delitto di maltrattamento di cui all’art 544 ter c.p., in quanto, come recentemente ribadito da Cass. pen. III sez. n.11606/2012: ‘‘l'articolo 19ter disp. coord. c.p. non esclude in ogni caso l'applicabilità delle disposizioni del Titolo IX-bis del Libro Secondo del codice penale all'attività circense ed alle altre attività menzionate, ma esclusivamente a quelle svolte nel rispetto delle normative speciali che espressamente le disciplinano”;
  2. in secondo luogo, perchè riconosce ancora una volta il ruolo delle associazioni rappresentative degli interessi lesi dal reato  ex art 91 c.p.p.;
  3. infine, perchè evidenzia, da un angolo visuale molto chiaro, la necessità di una confisca preventiva degli animali maltrattati. In effetti, il Tribunale - nel caso de quo - nega tale pena accessoria - pur obbligatoria ex art 544 sexies I comma - in quanto, in base al frequente avvicendamento dovuto al ciclo di vita degli animali, la misura non avrebbe avuto ad oggetto le galline maltrattate.E' evidente che in molti casi - tra cui appunto questo - una confisca successiva non avrebbe e non ha alcun senso!
La situazione delle galline in Italia è vergognosa!
Oltre il 70% delle galline italiane vive in gabbie anguste e talmente piccole da non poter neppure aprire le proprie ali!
La ragione di tale barbara realtà? Ovviamente, le esigenze di produzione!
Quale sia la sorte dei pulcini maschi (che non deponendo...non servono!), poi, è davvero agghiacciante!

Per avere maggiori info, in modo giocoso, ma comunque efficace...

per scoprire come aiutare le galline a ritrovare la libertà...

consultate la pagina di galline libere!

Per maggiori info:
  • commento alla sentenza  dell'Avv. Campanaro della Lav;
  • approfondimenti sul tema degli allevamenti intensivi;
  • la pagina per firmare le cartoline da inviare a supermercati e Comuni per chiedere di non utilizzare galline allevate in gabbia! 

Con la speranza che questa sentenza sia l'inizio della fine dello sfruttamento specista, vi invito, come sempre, ad informarvi e ad informare!
Grazie!


mercoledì 23 maggio 2012

Gli onorevoli senatori che difendono Green Hill!



Ecco i 37 emendamenti all'ormai famosissimo art. 14 ossia l'articolo che, nel testo votato alla Camera, recepisce con restrizioni la vergognosa  direttiva europea 63/2010 sull'utilizzo degli animali a fini scientifici.

L'approvazione dell'art. 14, così come uscito da Montecitorio, porterebbe de plano alla chiusura di Green Hill, mentre l'approvazione di alcuni degli emendamenti presentati in Commissione il 16 maggio, renderebbero sempre più lontano questo traguardo di civiltà.

La commissione XIV del Senato comincerà a votare il testo della comunitaria a partire dal 6 giugno.

Al solito, vi invito a leggere i testi, ad informarvi e ad informare, perchè la partecipazione alle varie manifestazioni, presidi o cortei che si svolgeranno nelle prossime settimane, ha senso solo se si è a conoscenza dell'effettiva situazione!
E' urgente che la mobilitazione ci sia ORA e sia una mobilitazione pacifica e di massa perchè ADESSO abbiamo l'opportunità di cambiare le cose...
i nostri rappresentanti in Parlamento devono capire che la maggioranza degli italiani non nè può più di inutili barbarie!
Grazie!


Art. 14
14.1
IGNAZIO MARINO
Sopprimere l'articolo.
14.2
CHIAROMONTE, AMATO, COLLI, PORETTI
Al comma 1, lettera b), sostituire le parole: «scimmie antropomorfe» con le seguenti: «primati non umani».
14.3
CHIAROMONTE, AMATO, COLLI, PORETTI
Al comma 1, lettera b), sopprimere le parole: «antropomorfe».
14.4
PEDICA, BUGNANO, BELISARIO
Al comma 1, lettera b), sopprimere le parole da: «a meno che non risulti», fino alla fine del periodo.
14.5
GIOVANARDI
Al comma 1, la lettera c), è soppressa.
14.6
D'AMBROSIO LETTIERI, MORRA, BIANCONI, CALABRÒ
Al comma 1, sopprimere la lettera c).
14.7
CASTRO
Al comma 1, sopprimere la lettera c).
14.8
ALBERTO FILIPPI, CASTIGLIONE, FLERES, POLI BORTONE, PALMIZIO, PINZGER, FANTETTI
Al comma 1, lettera c), dopo la parola: «l'allevamento» aggiungere le seguenti: «e la vendita».
14.9
ALBERTO FILIPPI, CASTIGLIONE, FLERES, POLI BORTONE, PALMIZIO, PINZGER, FANTETTI
Al comma 1, lettera c), dopo la parola: «l'allevamento» aggiungere la seguente: «e la fornitura».
14.10
ALBERTO FILIPPI, CASTIGLIONE, FLERES, POLI BORTONE, PALMIZIO, PINZGER, FANTETTI
Al comma 1, lettera c), dopo la parola: «l'allevamento» aggiungere le seguenti: «l'esportazione, la movimentazione, la detenzione, il commercio e la vendita».
14.11
CHIAROMONTE, AMATO, COLLI, PORETTI
Al comma 1, lettera c), sopprimere le parole: «di cui alla lettera b)».
14.12
ALBERTO FILIPPI, CASTIGLIONE, FLERES, POLI BORTONE, PALMIZIO, PINZGER, FANTETTI
Al comma 1, lettera c), sopprimere le parole: «di cui alla lettera b)».
14.13
PEDICA, BUGNANO, BELISARIO
Sostituire la lettera e) con la seguente:
«e) vietare l'utilizzo di animali negli ambiti sperimentali di esercitazioni didattiche, ricerche su sostanze d'abuso, uso di sostanze per fini bellici».
14.14
GIOVANARDI
Al comma 1, la lettera e) è sostituta dalla seguente:
«e) vietare l'utilizzo degli animali per esperimenti bellici».
14.15
PEDICA, BUGNANO, BELISARIO
Al comma 1, lettera e), sopprimere le parole da: «ad eccezione dell'alta formazione dei medici e dei veterinari».
14.16
CHIAROMONTE, AMATO, COLLI, PORETTI
Al comma 1, lettera e), sopprimere le parole: «, ad eccezione dell'alta formazione dei medici e dei veterinari».
14.17
CHIAROMONTE, AMATO, COLLI, PORETTI
Al comma 1, lettera e), sostituire le parole: «ad eccezione dell'alta formazione dei medici e dei veterinari» con le seguenti: «xenotrapianti, ricerche su sostanze d'abuso».
14.18
CHIAROMONTE, AMATO, COLLI, PORETTI
Al comma 1, lettera e), sostituire le parole: «ad eccezione dell'alta formazione dei medici e dei veterinari» con le seguenti: «ricerche su sostanze d'abuso».
14.19
ALBERTO FILIPPI, FANTETTI
Al comma 1, lettera e), dopo la parola: «formazione» inserire le seguenti: «specialistica postuniversitaria».
14.20
GIOVANARDI
Al comma 1, alla lettera f), dopo le parole: «all'animale», aggiungere le parole: «con l'esclusione dei casi nei quali tali prove sperimentali risultino obbligatorie sulla base delle legislazioni o di farmacopee nazionali ed internazionali».
14.21
D'AMBROSIO LETTIERI, SACCOMANNO, MORRA, BIANCONI, CALABRÒ
Al comma 1, lettera f), aggiungere, in fine, le seguenti parole: «a meno che non risulti obbligatorio in base a legislazioni o farmacopee nazionali o internazionali o non si tratti di ricerche finalizzate alla salute dell'uomo o delle specie coinvolte».
14.22
CASTRO
Al comma 1, lettera f), aggiungere, in fine, le seguenti parole: «a meno che non risulti obbligatorio in base a legislazioni o farmacopee nazionali o internazionali o non si tratti di ricerche finalizzate alla salute dell'uomo o delle specie coinvolte;».
14.23
CHIAROMONTE, AMATO, COLLI, PORETTI
Al comma 1, lettera g), aggiungere, in fine, le parole: «Le sanzioni comminate devono essere impiegate per le finalità di protezione, recupero e riabilitazione degli animali utilizzti a fini scientifici, attraverso l'istituzione di un'apposita voce di capitolo del Ministero della salute».
14.24
ALBERTO FILIPPI, CASTIGLIONE, FLERES, POLI BORTONE, PALMIZIO, PINZGER
Al comma 1, leggera g), aggiungere, in fine, le seguenti parole: «Le sanzioni comminate devono essere impiegate per le finalità di protezione, recupero e riabilitazione degli animali utilizzati a fini scientifici».
14.25
ALBERTO FILIPPI, CASTIGLIONE, FLERES, POLI BORTONE, PALMIZIO, PINZGER
Al comma 1, dopo la lettera g), inserire le seguenti:
«g-bis) prevedere la predisposizione, da parte del Ministero della salute, di una banca dati telematica per la raccolta di tutti i dati relativi all'utilizzo degli animali in progetti per fini scientifici o tecnologici e ai metodi alternativi. All'onere derivante dall'attuazione della presente lettera si provvede mediante il contributo di 1,00 euro da ciascun stabulario per ogni animale utilizzato;
g-ter) assicurare un sistema ispettivo, adeguatamente documentato e verificabile, al fine di promuovere la trasparenza, che garantisca il benessere degli animali da laboratorio, stabilendo un minimo annuale per stabulario di due ispezioni, senza preavviso, e l'obbligo di erogare in modo forfettario al Ministero della salute un importo annuo parametrato sul costo medio di quattro ispezioni. Tale costo forfettario sarà indicato dal Ministero della salute».
14.26
ALBERTO FILIPPI, CASTIGLIONE, FLERES, POLI BORTONE, PALMIZIO, PINZGER
Al comma 1, dopo la lettera g), inserire la seguente:
«g-bis) prevedere la predisposizione, da parte del Ministero della salute, di una banca dati telematica per la raccolta di tutti i dati relativi all'utilizzo degli animali in progetti per fini scientifici o tecnologici e ai metodi alternativi. All'onere derivante dall'attuazione della presente lettera si provvede mediante il contributo di 1,00 euro da ciascun stabulario per ogni animale utilizzato».
14.27
ALBERTO FILIPPI, CASTIGLIONE, FLERES, POLI BORTONE, PALMIZIO, PINZGER
Al comma 1, dopo la lettera g), inserire la seguente:
«g-bis) assicurare un sistema ispettivo, adeguatamente documentato e verificabile, al fine di promuovere la trasparenza, che garantisca il benessere degli animali da laboratorio, stabilendo un minimo annuale per stabulario di due ispezioni, senza preavviso, e l'obbligo di erogare in modo forfettario al Ministero della salute un importo annuo parametrato sul costo medio di quattro ispezioni. Tale costo forfettario sarà indicato dal Ministero della salute».
14.28
CHIAROMONTE, AMATO, COLLI, PORETTI
Al comma 1, dopo la lettera g), aggiungere la seguente:
«h) assicurare un sistema ispettivo che garantisca il benessere degli animali da laboratorio, adeguatamente documentato e verificabile, al fine di promuovere la trasparenza, con un numero minimo di due ispezioni all'anno di cui una effettuata senza preavviso. Tale ispezioni saranno finanziate dall'adeguamento della quota già versata al Ministero della salute da ogni stabilimento utilizzatore».
14.29
CHIAROMONTE, AMATO, COLLI, PORETTI
Al comma 1, dopo la lettera g), aggiungere la seguente:
«i) predisporre una banca dati telematica per la raccolta di tutti i dati relativi all'utilizzo degli animali in progetti per fini scientifici o tecnologici e dei metodi alternativi. Tale banca dati sarà finanziata con l'adeguamento della quota già versata al Ministero della salute da ogni stabilimento utilizzatore».
14.30
CHIAROMONTE, AMATO, COLLI, PORETTI
Al comma 1, dopo la lettera g), aggiungere la seguente:
«l) tenere fermo, senza eccezione alcuna, il divieto di utilizzare animali randagi per la sperimentazione, di cui all'articolo 2, comma 3, della legge 14 agosto 1991, n. 281, e all'articolo 3, commi 2 e 3, del decreto legislativo 27 gennaio 1992, n. 116».
14.31
CHIAROMONTE, AMATO, COLLI, PORETTI
Al comma 1, aggiungere la seguente lettera:
«m) prevedere interventi fiscali volti a disincentivare l'utilizzo. di animali a fini di sperimentazione ed incentivare i metodi alternativi come previsto alla lettera a) del presente comma».
14.32
CHIAROMONTE, AMATO, COLLI, PORETTI
Al comma 1, dopo la lettera g), aggiungere la seguente:
«n) un animale che sia già stato usato in una o più procedure può essere riutilizzato in nuove procedure solo se l'effettiva gravità delle procedure precedenti era "lieve"».
14.33
CHIAROMONTE, AMATO, COLLI, PORETTI
Al comma 1, dopo la lettera g), aggiungere la seguente:
«o) tutti i progetti che fanno uso di animali sono oggetto di valutazione retrospettiva».
14.34
CHIAROMONTE, AMATO, COLLI, PORETTI
Al comma 1, dopo la lettera g), aggiungere la seguente:
«p) le condizioni di trasporto degli animali devono soddisfare le necessità fisiche e comportamentali della specie in modo da evitare ed attenuare qualsiasi forma di sofferenza per l'animale».
14.0.1
D'AMBROSIO LETTIERI, TOMASSINI, SACCOMANNO, MORRA, BIANCONI, CALABRÒ
Dopo l'articolo 14, aggiungere il seguente:
«Art. 14-bis.
(Principi e criteri direttivi per l'attuazione della direttiva 2011/62/UE del Parlamento europeo e del Consiglio, dell'8 giugno 2011, che modifica la direttiva 2001/83/CE, recante un codice comunitario relativo ai medicinali per uso umano, al fine di impedire l'ingresso di medicinali falsificati nella catena di fornitura legale)
1. Ai fini dell'attuazione della direttiva 2011/62/UE del Parlamento europeo e del Consiglio, dell'8 giugno 2011, che modifica la direttiva 2001l83/CE, recante un codice comunitario relativo ai medicinali per uso umano, al fine di impedire l'ingresso di medicinali falsificati nella catena di fornitura legale, il Governo è tenuto a seguire, oltre ai principi e criteri direttivi di cui all'articolo 2 della presente legge, in quanto compatibili, anche i seguenti principi e criteri diretti vi:
a) vietare la vendita on-line dei medicinali fino a quando non saranno adottate dallo Stato italiano tute le iniziative necessarie a governare la vendita on-line, tra cui anche l'attivazione reale e concreta del sito web nazionale;
b) disporre l'assoluto divieto di vendita a distanza dei medicinali soggetti a prescrizione medica».
14.0.2
TOMASSINI, D'AMBROSIO LETTIERI, SACCOMANNO, MORRA, BIANCONI
Dopo l'articolo 14, inserire il seguente:
«Art. 14-bis.
(Principi e criteri direttivi per l'attuazione della direttiva 201 0/53/UE del Parlamento e del Consiglio, del 7 luglio 2010, relativa alle norme di qualità e sicurezza degli organi umani destinati a trapianti)
1. Il Governo è delegato ad adottare, entro il termine e con le modalità di cui all'articolo 1 della presente legge, uno o più decreti legislativi per l'attuazione della direttiva 2010/53/UE del Parlamento e del Consiglio, del 7 luglio 2010, relativa alle norme di qualità e sicurezza degli organi umani destinati ai trapianti, nel rispetto dei principi e criteri direttivi generali di cui all'articolo 2 della presente legge nonché, in quanto compatibili, dei seguenti principi e criteri direttivi specifici:
a) disporre le modalità per l'espressione della dichiarazione di volontà alla donazione di organi e tessuti;
b) prevedere modalità finalizzate a garantire il coordinamento della rete nazionale dei trapianti anche con riguardo ai diversi livelli di responsabilità nazionale, interregionale, regionale e locale nel limite delle rispettive norme di finanziamento già esistenti;
c) coordinare le disposizioni contenute nel decreto legislativo di recepimento della direttiva di cui al presente articolo con le altre norme legislative vigenti in materia di qualità e sicurezza degli organi umani destinati a trapianti;
d) disporre, senza nuovi o maggiori oneri a carico della finanza pubblica, nel limite delle rispettive norme di finanziamento già esistenti, la configurazione giuridica, la dotazione organica e la struttura organizzativa del Centro nazionale trapianti e del Centro nazionale sangue, garantendone l'autonomia funzionale, gestionale, organizzativa e finanziaria anche in ragione delle funzioni istituzionali attribuite ai medesimi Centri dalle disposizioni vigenti;
e) prevedere che le linee di indirizzo e di programmazione del Centro nazionale trapianti e del Centro nazionale sangue siano definiti dal Ministro della salute, di intesa con la Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le Regioni e le Province autonome;
f) demandare ad appositi accordi tra il Centro nazionale trapianti, il Centro nazionale sangue e l'Istituto Superiore di sanità la regolamentazione dell'utilizzo delle risorse strumentali dell'Istituto già in uso dei medesimi Centri. Dall'attuazione della presente disposizione non devono derivare nuovi o maggiori oneri a carico della finanza pubblica;
g) al Centro nazionale trapianti e al Centro nazionale sangue si applicano le disposizioni di cui all'articolo 1, comma 188 della legge 23 dicembre 2005, n. 266. al Centro nazionale sangue si applicano le disposizioni di cui all'articolo 2, comma 308 della legge 24 dicembre 2007, n. 244».
14.0.3
PIGNEDOLI, MARINARO, ADAMO, ANDRIA, ANTEZZA, BERTUZZI, DEL VECCHIO, FONTANA, MAURO MARIA MARINO, MONGIELLO, PEGORER, PERTOLDI, RANDAZZO, SIRCANA, SOLIANI, TOMASELLI
Dopo l'articolo 14, inserire il seguente:
«Art. 14-bis.
(Modifica dell'articolo 8-quinquies della legge 7 febbraio 1992, n. 150)
1. Al fine di dare piena attuazione al regolamento (CE) n. 338/97, all'articolo 8-quinquies della legge 7 febbraio 1992, n. 150, dopo il comma 3-quinquies è aggiunto il seguente:
"3-sexies. I proventi delle sanzioni amministrative pecuniarie previste dalla presente legge sono riassegnati, con decreto del Ministro dell'economia e delle finanze, al programma 'Tutela e conservazione della fauna e della flora e salvaguardia della biodiversità', afferente la missione 'Sviluppo sostenibile' dello stato di previsione della spesa del Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali, per il miglioramento dell'efficacia e dell'efficienza delle attività di cui ai commi da 3-bis a 3-quinquies del presente articolo, svolte in attuazione del regolamento (CE) n. 338/97 in materia di protezione delle specie di flora e fauna mediante il controllo del loro commercio. Il Ministero dell'economia e delle finanze è autorizzato ad portare le occorrenti variazioni di bilancio"».

lunedì 21 maggio 2012

VIVISEZIONE: parola agli esperti! Perchè non esiste democrazia senza conoscenza!


Qui sotto troverete il testo sbobinato dell'intervista sulla vivisezione fatta ai dott. ri Cagno, Fedi e Terrile.
Troverete tutte le ragioni etiche e scientifiche per esser contro questa pratica vergognosa, spiegate magnificamente da tre esperti!
Lo scopo è quello di rendere più agevole, più scorrevole l'ascolto di un'intervista che dura quasi un'ora!
E' importante ascoltarla...è importante informarsi sulle ragioni che si celano dietro ogni decisione politica!
Le nostre scelte hanno un senso solo se prese consapevolmente!
Leggendo e ascoltando capirete il perchè di questa barbara campagna pro vivisezione, che negli ultimi mesi si sta diffondendo sui media e quali sono gli interessi sottesi a queste prese di posizione!
Potrete rafforzare le argomentazioni a favore dell'antivivisezione,  potrete smantellare le false giustificazioni che i vivisezionisti continuano a propinarci!
Poterete convincere più persone ad accompagnarvi alla manifestazione nazionale del 16 giugno a Roma!
Ma ciò che più conta è che potrete aiutare gli animali utilizzando argomenti e ragioni ineccepibili che serviranno ad aprire gli occhi, la mente e i cuori delle persone!
Informiamci per informare!
Perchè non esiste democrazia senza conoscenza!
Grazie!


Intervista sulla vivisezione.

La vivisezione un argomento spesso trattato. Il che, forse è dovuto a quello che sta avvenendo a pochi chilometri da noi, a Montichiari in provincia di Brescia dove continua la protesta, il presidio per tentare di far chiudere quello che è Green Hill, un allevamento di cani di razza beagle, cani destinati alla vivisezione che verranno venduti poi in Europa e in tutto il mondo ai laboratori di sperimentazione.
Vogliamo, quindi, cercare di capire quali sono gli aspetti scientifici ed etici della lotta antivivisezionista. Gli effetti dell’eventuale abolizione della vivisezione e anche la possibilità di derogare alla legislazione europea a livello nazionale e per parlare di questo abbiamo scelto di ospitare dei personaggi illustri in questo campo, che vado subito a presentarvi.
Sono il dott. Stefano Cagno, laureato in medicina e chirurgia, attualmente dirigente medico e psichiatria, presso il centro psicosociale di Vimercate e responsabile del centro diurno la casa di bernareggio . Il dott. Cagno si occupa di tematiche ambientaliste da l 1982, è un attivista della lega antivivisezionista la LEAL e, tra gli altri, è anche membro di  Equivita, Medici Internazionali , nonché autore di numerose pubblicazioni.
Abbiamo, poi, il dott. Bruno Fedi animalista dal 1974, laureato in medicina e chirurgia, professore di urologia, vegano, tra i primi fondatori delle liste verdi nazionali , autore di diversi libri che trattano di ecologia, animalismo e bioetica, una tra le prime persone a considerare l’animalismo come un aspetto della nuova società, ancora da costruire, trasformandolo in fatto scientifico e sociale.
 E, poi, al centro, abbiamo il  dott. Massimo Terrile, laureato in economia, del Movimento Antispecista, di cui, anche il prof. Fedi fa parte.

Dal minuto 2.36 inizia l’intervista al dott. Fedi a cui viene chiesto:
D. Che cos’è la vivisezione e soprattutto a quando risale la lotta antivivisezionista?
R. La vivisezione è il complesso delle procedure – si chiamano così gli esperimenti – su animali, compiute generalmente con estrema crudeltà, sicuramente non nell’interesse degli stessi animali, e, certamente, non con il loro consenso, nell’illusione di ricavarne dei dati utili per la specie umana. Da questa definizione che io ho dato, si evince che la vivisezione non è costituita dalle sole procedure cruente, cioè chiruirgiche. Anche la determinazione del dosaggio di una certa sostanza o farmaco è vivisezione. Anche certi esperimenti di deprivazione, per esempio, animali tenuti senza luce, oppure allontanati precocemente  dai genitori, oppure degli esperimenti motori, per esempio animali che vengono costretti a correre su delle ruote girevoli, fino alla morte, fino a poter determinare quale sia lo sforzo massimo e l’accumulo massimo di acido lattico nei muscoli di questi animali. Anche questi esperimenti, essendo crudeli, essendo fatti non nell’interesse degli animlai e con l’illusione di ricavarne dei risultati utili per la specie umana, sono vivisezione.

D. Quando ha iniziato a prendere piede la coscienza di una lotta contro questa pratica?
R. La coscienza della crudeltà dell’uomo contro gli animali è antichissima, risale a Budda. Risale al Gran re indiano nel 200 circa a.C. Risale a Ovidio, a Lucrezio, a Leonardo nel Medioevo, per dire solo i più illustri. Ma nell’epoca nostra, una svolta fondamentale con la pubblicazione del libro di Hans Ruesch nel 1973-74 “Imperatrice nuda” con lui  c’è stata l’acquisizione di una nuova coscienza della crudeltà, della inutilità di questi esperimenti. Successivamente altri hanno sviluppato il pensiero che Ruesch aveva resuscitato perché antico. Per esempio, il prof. Croce e subito dopo Croce, io stesso, e poi tanti altri, Canino, il dott. Cagno e tanti altri personaggi e non possono essere citati tutti. La prof.ssa Battaglia, la prof.ssa Castiglione, la prof.ssa Carmen Dell’Aversano…tanti personaggi sono intervenuti in questo campo. Direi che la svolta fondamentale è avvenuta allora, perché siamo passati da un antivivisezionismo che era completamente basato su considerazioni pietistiche a delle considerazioni, prima logiche ed economiche (Ruesch), poi mediche (Croce), poi genetiche e di altro tipo (quelle mie) e, successivamente, tutti gli altri hanno sviluppato certi particolari settori. Io, personalmente, ho sviluppato particolarmente l’aspetto genetico e sociale della vivisezione, perché la vivisezione ha questi effetti nella società. Per esempio, per considerarne uno banale: tutti gli assistenti universitari vengono dirottati nelle branche chirurgiche verso la vivisezione, quando non vengono spinti verso un’attività chirurgica sull’uomo nella sala operatoria dal direttore della scuola. Serve, cioè,. Ad allontanare gli assistenti –diciamo così- di seconda fascia dal tavolo operatorio. Chi può sapere queste cose se non chi è stato anni ed anni nelle sale operatorie? Ma la persona comune non può saperlo. Un altro aspetto sociale della vivisezione è la farmacodipendenza da cui si cerca di indirizzare la società. La nostra società non è solo spesse volte tossico dipendente, ma è quasi sempre farmaco dipendente. Noi abbiamo delle persone che prendono una pillola per svegliarsi, una pillola per essere efficienti, una per avere appetito, una per digerire, un’altra per addormentarsi, una per fare l’amore. Anzi, per questo settore ce ne sono parecchie, per cui diventa un’intera società della pillola che è farmaco dipendente. E tutto dipende dalla spinta, fortissima, iniziale della sperimentazione sugli animali.

D. Ecco, possiamo anche a snocciolare qualche dato perché secondo delle stime ufficiali in Italia ogni anno sono più di un milione gli animali che vengono sottoposti a vivisezione, in Gran Bretagna sono circa 3 milioni e negli Stati Uniti sono oltre 20 milioni e complessivamente nel mondo dai 300 milioni ai 400 milioni. Però, a fronte di questi numeri, dott. Cagno, vorrei chiedere a lei quali sono i principali test che vengono effettuati sugli animali al fine di sperimentare nuove sostanze che non sono solo farmaci, ma anche cosmetici, ecc.
R. Tendenzialmente, se partiamo dal settore dei farmaci, la sperimentazione cerca o dovrebbe cercare di dare due tipi di risposte: se la nuova sostanza è terapeutica, cioè in grado di curare e se una certa sostanza è sicura. Cioè, io dovrei riuscire a sintetizzare delle nuove molecole che sono in grado di curare senza provocare danni agli esseri umani. Per fare questo, si sperimenta sugli animali, utilizzando molti test differenti che è difficile sintetizzare bene. Però diciamo che nel campo della tossicologia si somministrano delle dosi della sostanza in fase sperimentale )un tempo si utilizzava un test che si chiamava ld50 cioè dose letale 50, cioè si davano dosi crescenti di quella sostanza, fino ad ottenere per avvelenamento la morte del 50 % degli animali. Ora non si utilizza più questo test con questo criterio, ma si utilizza un test che si chiama Fix dose (?) cioè si decide un certa dose- che di solito è abbastanza elevata -e la si da un certo numero di animali e si vede quanti muoiono e quanti sopravvivono. Già questo mi lascia molto perplesso perché io carico gli animali di un dosaggio che non dovrebbe essere utilizzato dagli esseri umani. Oltretutto, qualunque sostanza è tossica se la somministro in grande quantità: l’acqua è tossica se la do in grande quantità, tant’è che la gente muore per annegamento. Gli altri test , invece, riguardano l’efficacia della nuova sostanza. Per far questo si prendono degli animali, perfettamente sani, di solito giovani e gli si induce artificialmente la malattia. Quindi gli si innestano le cellule tumorali sotto cute, si entra nel cervello e si chiude una certa arteria per provocare un ictus, si spaccano gli arti di animali che non hanno nessuna frattura, si ustionano i maiali con la fiamma ossidrica e tante amenità del genere. A questo punto l’animale  che si è ”ammalato” di quella malattia, ma che in realtà  è una roba totalmente differente da quella stessa malattia che è negli esseri umani. A questo punto all’animale viene data la sostanza  o si prova l’intervento chirurgico o il tipo di rimedio per curarlo. Mi sembra evidente che nell’uno o nell’altro caso, l’animale -al di la del fatto che è una specie differente dalla nostra, per cui reagisce in maniera differente dalla nostra- l’abbiamo messo in condizioni che sono profondamente differenti da quelle che si verificano nella nostra specie spontaneamente. 

D. credo che anche la predisposizione genetica, dal punto di vista umano possa giocare un ruolo importante in questi animali che, invece, sono sani, o no?
R. La predisposizione genetica, gioca naturalmente un ruolo fondamentale. Io ricordo sempre che i vivisettori di solito sbandierano sempre il fatto che ad esempio con i roditori noi condividiamo il 95 % del dna, ma quel 5% fa la differenza con un roditore. Anche da un punto di vista evolutivo, è chiaro che la base è comune, ma poi la differenziazione fa delle specie animali completamente differenti.  I roditori vivono 2 o 3 anni e noi studiamo le patologie crojniche e degenerative, noi studiamo l’Alzaimer , il parkinson, il cancro…noi studiamo tutte queste malattie che hanno bisogno di decenni per svilupparsi nella nostra specie in animali che muoiono dopo due o tre anni. Cosa possiamo capire non si sa e, infatti, per esempio negli studi sul cancro è assolutamente dimostrato – lo dice perfino il prof. Veronesi – non si è ottenuto nulla dagli esperimenti sugli animali.

D. Prof. Fedi tornerei da lei perché vorrei che ci spiegasse quali sono i principali argomenti della lotta antivivisezionista che sta diventando forte.
R. Guardi, personalmente credo che il principale argomento sia scientifico e tra quelli scientifici, quello genetico. Come diceva un istante fa il dott. Cagno, la differenza genetica tra noi e gli animali - anche se andando indietro nel tempo c’è un’origine comune - è profonda!  Se andiamo indietro nel tempo sufficientemente abbiamo un’origine comune con tutti. La nostra differenza con lo scimpanzè è appena lo 1,5 %. Il solo cromosoma n. 22 è diverso tra l’uomo e lo scimpanzè. Eppure la differenza tra l’uomo e lo scimpanzè si vede. Nessuno scambierebbe mai un uomo per uno scimpanzè o viceversa.  Ma la differenza fondamentale, conseguenza di questo fatto è che il metabolismo, la reattività, la resistenza alle malattie, la rigenerazione dei tessuti…tutto è diverso tra l’animale e l’uomo. La conseguenza tra questi fatti  è quella che ciò che noi osserviamo sugli animali non può essere trasferito sull’uomo. Cioè, l’esperimento sull’animale deve essere poi, obbligatoriamente, ripetuto sull’uomo per sapere quale è l’effetto sull’uomo. Dunque, l’esperimento fatto sull’animale è inutile. Quando c’è una somiglianza tra la risposta che da l’animale e la risposta che da l’uomo, questo noi lo sappiamo solo a posteriori, non lo sappiamo prima, quindi il test va ripetuto anche in quel caso quando c’è una somiglianza tra la risposta che da l’animale e la . E ancora di più, quando c’è questa somiglianza, questa somiglianza è quantitativa, ma non qualitativa. Cioè un farmaco può avere lo stesso effetto nello scimpanzè, nella cavia e nell’uomo, però, con dosaggi completamente diversi. Quindi, ancora di più va ripetuta sull’uomo questa esperienza. Ragion per cui, l’esperimento sull’animale è inutile, fuorviante, dannoso, socialmente dannoso. Dunque, induce in errore, anziché far progredire. Non sostituisce la cavia all’uomo, bensì rende l’uomo una cavia inconsapevole e, spesso, una cavia pagante. L’uomo non lo sa e fa da cavia e questa è la ragione per cui circa 20.000 farmaci l’anno vengono ritirati dopo la loro immissione in commercio, per gli effetti collaterali indesiderati che si vedono solo in seconda istanza sull’uomo. Questa è la ragione base di tutto il ragionamento, ma ci sono anche altre motivazioni. Per esempio, i disastri farmacologici, vi ricordo quelli del calidomide che è un classico o recentemente quelli del biox, tanto per dirne uno, oppure quelli provocati dal prozac, farmaci che vengono distribuiti negli Stati Uniti come caramelle, eppure hanno indotto una farmaco dipendenza della società. C’è n’è ancora uno, a mio parere più grave di tutti: la sperimentazione sugli animali complica fortemente  il procedimento di ricerca, lo rende dispendioso, molto lungo nel tempo. Si calcola che solo l’1% delle molecole farmacologiche isolate e cominciate a sperimentare sugli animali, arrivi poi alla formulazione e alla pratica clinica normale sull’uomo. Ebbene, questo fatto fa si che le piccole e medie industrie vengano escluse da questa ricerca così lunga e così dispendiosa. Ma le piccole e medie industrie non sono localizzate in Inghilterra, Germania, Svizzera e Stati Uniti ma sono localizzate in Africa, Sud America e Asia, cioè si sta tentando di escludere dalla ricerca interi continenti, in una visione miope di tenere interi continenti arretrati rispetto all’evoluzione biologica. E questo è un fatto assolutamente gravissimo e ignoto a tutti. 

D. dott. Cagno, vorrei tornare a lei. E’ possibile parlare di metodi alternativi e che possibilità ci sono affinché questi metodi alternativi vadano poi a sostituire la sperimentazione sugli animali?
R. Io comincerei dalla seconda domanda. La possibilità che i metodi sostitutivi riescano ad eliminare la  sperimentazione sugli animali dipende esclusivamente dalla volontà di chi decide, cioè dai vivisettori o di chi fa le leggi, perché anche adesso sarebbe possibile utilizzare i metodi sostitutivi (io preferisco chiamarli sostitutivi e non alternativi, come diceva il dott. Croce perché sono quei metodi che dovrebbero andare a sostituire gli esperimenti sugli animali). Gli esperimenti sugli animali – ricordiamoci - non sono stati mai dimostrati scientificamente, non c’è una pubblicazione in tutta la letteratura che dimostri che i metodi, i modelli animali (così si chiamano) sono basati su un procedimento o su dei criteri scientifici. Mentre negli ultimi anni si sono moltiplicate le pubblicazioni sul Britisch Medical Jornal e altre riviste scientifiche importanti che contestano la vivisezione come metodo dal punto di vista scientifico. Quindi, prima dovremmo dimostrare che la vivisezione da un punto di vista scientifico funziona e, poi, tutt’al più porsi il problema di come sostituirla ma poiché non è dimostrato che funzioni, sarebbe sostituibile già da adesso, perché alcuni metodi esistono e sono assolutamente più efficaci. Molti altri potrebbero diventarlo nel momento in cui, le sovvenzioni finanziarie, i soldi, insomma, finissero nella ricerca sui metodi sostitutivi e non nella vivisezione. Perché se quasi tutto il badget finisce nella vivisezione è chiaro che l’alternativa o i metodi sostitutivi non verranno sviluppati. Ma è altrettanto chiaro che se tutti i soldi finiscono nella vivisezione, molte persone saranno interessate a continuare con la vivisezione, perché con la vivisezione ci vivono e ci sopravvivono, mentre, invece, con i metodi sostitutivi no. Ricordo che fino ad un recente passato – non so se anche adesso – credo due, tre, quattro anni fa al massimo, all’Istituto di sanità in Italia esisteva un'unica persona che si occupava di metodi alternativi. Una in tutto l’Istituto Superiore di sanità.
Questo per quanto c’è di interesse da parte del sistema per quanto riguarda i metodi sostitutivi, al di là dello sbandieramento che tutti fanno circa il loro interessamento a sostituire gli animali, ma nei fatti sono pure chiacchiere! I fatti sono che non esistono e non sono finanziamenti chi, invece, lavora per creare altri tipi di metodi.

D. Quindi è un sistema questo difficile da scardinare?
R. E’ un sistema difficile da scardinare perché è un sistema economico molto forte che fa interesse a molti. Fa interesse alle industrie farmaceutiche che possono dimostrare, scegliendo la specie giusta, che tutto è efficace e tutto è sicuro! Fa comodo ai ricercatori universitari che, con pubblicazioni, ricerche  di una settimana o due, riescono a fare una pubblicazione! Fa comodo a chi produce gli animali da laboratorio: uno per tutti Green Hill! Le gabbie, i mangimi, gli stabulari, chi si occupa in qualche modo, diciamo – chiamiamolo – del benessere degli animali nei laboratori! (Benessere in questo caso è una parola molto grossa!)ecco per tutte queste persone è essenziale che la vivisezione sopravviva! Per tutto il resto, cioè per la società, per tutte le persone che ogni anno muoiono prendendo i farmaci sicuri sugli animali, per tutte queste persone la vivisezione andrebbe abolita subito! E se volessimo, potremmo farlo adesso!

D. Dott. Terrile sappiamo che molte di queste direttive derivano dall’Unione Europea. In base ad un regolamento europeo del 2007, i test sui prodotti chimici che sono presenti negli alimenti o nei prodotti industriali, non sono previsti anche sull’uomo, mentre invece, questo vale, anche se solo in parte, per i farmaci!
R. Si! E’ proprio vero! E questo è un assurdo! Qui dobbiamo fare un passo indietro per vedere come si è evoluta la legislazione per quello che riguarda i farmaci e i prodotti chimici! Ricordiamo che prima del 1938 non esisteva nemmeno la Food and Drug Amministration negli Stati Uniti, per cui la gente veniva tranquillamente avvelenata, mettendo nelle boccettine qualunque schifezza e succedeva quello che succedeva! Dal 1938 in poi, prima, quindi, della seconda guerra mondiale si è cominciato in America ad avere qualche controllo, finché, siamo arrivati, finalmente, nel 1965 – 68, anche in Europa ad emettere le prime direttive che – guarda caso – riguardavano la prima – se non erro – proprio i test preclinici per i farmaci e, quindi, sugli animali! (test preclinici sugli animali, test clinici sull’uomo) e poi, due anni dopo la direttiva sui prodotti chimici, sempre testati sugli animali, compresi i cosmetici. In Italia queste direttive sono state recepite un 10, 15 anni dopo, quindi, figuriamoci nel frattempo cosa può essere successo! La differenza tra le due cose è lampante! Il prodotto farmaceutico ha bisogno del test anche sull’uomo, come hanno già detto gli altri ospiti, per dimostrare la sua efficacia. Perché dare una medicina che poi non fa guarire da una certa malattia o non migliora una certa disfunzione, non la comprerebbe più nessuno. E quindi, un piccolo test sull’uomo deve essere fatto! Solo nel 2001, l’Europa ha deciso, seguendo gli Stati Uniti (dopo quasi trent’anni perché la prima normativa riguardante i test sull’uomo negli USA risale al 1970), di cominciare a muoversi, copiando quelle che erano le leggi americane sulle buone pratiche di laboratorio che significa che, il prodotto farmaceutico, dopo essere stato testato sugli animali e la molecola inventata (perché poi adesso le inventano con i computer, per cui se prima se ne inventavano 5 o 6 all’anno, adesso ne inventano a migliaia e poi le selezionano in maniera automatica), devono essere testati anche sull’uomo! Questo procedimento di test, però, comporta un primo test che riguarda la tossicologia acuta, cioè muori subito, oppure va bene! E poi, c’è un test di efficacia che si fa prima sui volontari sani, poi, sugli ospedalizzati, poi sui pazienti delle ASL e, poi, c’è la commercializzazione e lì si verificano i disastri.
Però, alla fine della fiera si testa esclusivamente se la molecola è estremamente tossica per l’uomo – nella fase del test che dura pochi mesi – e poi, si testa l’efficacia! Gli effetti collaterali non si testano! Ad esempio la cancerogenicità, la tossicità a dosi ripetute, ecc. sono effetti che si verificano nel corso degli anni! Ma chi prenderebbe una donna e le offrirebbe qualunque cifra perché questa donna testasse su di se l’effetto di un farmaco che potrebbe creare dei problemi in gravidanza o al nascituro? Nessuno oserebbe proporlo e nessuna donna oserebbe accettarlo! Quindi alcuni test, proprio per legge, non vengono nemmeno previsti e questo genera quegli effetti collaterali che, pii, a lungo andare si manifestano.
Nei prodotti chimici, tutto questo non avviene. C’è semplicemente una direttiva che, adesso è diventata un regolamento nel 2007, che è un po’ il clou di tutte le direttive precedenti in materia, che si limita solo a prevedere i test delle molecole chimiche nuove sugli animali. Ma non l’efficacia perché l’efficacia si vede: se io invento una molecola che deve far diventare rossa a salsa di pomodoro, lo vedo subito se diventa rossa, se il consumatore gradisce, oppure un conservante. Il consumatore non si rende nemmeno conto di assumere queste sostanze. Se lei va al supermercato e prende un barattolino di qualunque sostanza alimentare con dei conservante dentro, lei non si mette a leggere tutti i componenti  chimici che contiene, anche perché probabilmente non significherebbero niente per  lei. Peccato che, però, queste sostanze vengano, come i farmaci, assunti. Ma nei farmaci c’è l’assunzione volontaria o guidata da un medico, quindi uno è conscio e può al limite fare causa, nel caso che abbia degli effetti collaterali gravi o farlo sapere.
Nel caso dei prodotti chimici non si sa, perché ne assumiamo, respiriamo, tocchiamo centinaia ogni girono e non si sa a chi dare la colpa. Questo ha generato questa differenza di legislazione che è abnorme!

D. Prof. Bruno Fedi, vorrei chiedere a lei, come medico esperto in varie aree della medicina generica e della chirurgia, la sperimentazione animale ai fini della ricerca quanto è valida e , soprattutto lei in quali casi ammetterebbe la sperimentazione.
R. La sperimentazione sugli animali non è valida ai fini della ricerca. E’ valida ai fini della ricerca nei confronti degli animali, ma non nei confronti degli uomini. Ovverosia se si sperimenta su un cane per sapere la dose efficace di un farmaco nella specie canina, è valida; se si sperimenta sul cane per sapere quanto è valida sull’uomo, non è valida! Se si sperimentano delle tecniche chirurgiche a scopo di apprendimento sugli animali, queste non sono trasferibili sull’uomo! Per esempio, supponiamo che un illustre cattedratico voglia insegnare ai propri assistenti come si opera la prostata e glielo voglia far imparare sul cane. Il cane, generalmente, ha il pube alto 10 o 20 cm, l’uomo pochi cm. Un chirurgo che intendesse estrarre la prostata ad un cane, facendo un taglio ombelico-pubico, come generalmente si fa sull’uomo, e poi infilando un dito dentro per scollare la prostata, non arriverebbe a toccarla la prostata! C’è una differenza anatomica, oltre a quella metabolica di cui ho parlato prima, quella della resistenza alle infezioni, ecc. che impedisce totalmente. Le differenze tra noi e lo scimpanzè non sono solo visive, ma sono anche metaboliche, anatomiche, fisiologiche. La patologia indotta nell’animale non è la stessa patologia che, spontaneamente, si verifica nell’uomo. Quella indotta crea nell’animale, una malattia che non esiste, che viene curata, poi, per dedurre cosa avverrebbe sull’uomo. In altre parole, alla base della vivisezione c’è una menzogna scientifica! Si tratta di una falsificazione scientifica colossale che viene ormai perpetrata da più di un secolo e di cui nessuno si accorge, se non lo dicessimo noi. Se non gridassimo come cani che abbaiano alla luna, nessuno l’avrebbe saputo mai: è una falsificazione scientifica che porta, poi, alla menzogna economica. E le menzogne economiche si chiamano truffe! E le truffe si puniscono per legge! Non si tollerano! Quindi, alla base di questa falsificazione sociale che porta ad una vendita esasperata, alla farmaco –dipendenza c’è questa menzogna scientifica che è la vivisezione!

D. Ecco Dott. Fedi, ma per la sperimentazione didattica le alternative esistono?
R. Ma certamente che esistono. Esistono, ormai, da decenni! In primo luogo, quando già non esisteva nulla, diciamo alla fine dell’800, quasi tutti i chirurghi si formavano in anatomia patologica e cioè, per prima cosa, si formavano sui cadaveri. Dovevano avere una conoscenza dell’anatomia tale, da poter trasferire dal cadavere (ma sempre uomo!) al vivente le loro conoscenze. Siamo arrivati, poi, a sostituire completamente anche questo tipo di ricerca e di sperimentazione. Esistono dei manichini in cui, la disposizione anatomica e la stessa consistenza dei tessuti è uguale a quella del vivente. Poi questi manichini e questi tessuti sanguinano normalmente come i viventi. Mentre i cadaveri no! C’è un vantaggio: taglio un cadavere non sente male, se sbagli non gli fai del male, non sanguina e quindi fai molto meglio, è molto più semplice sul cadavere! Il manichino, invece, è in tutto e per tutto simile al vivente! Eppure queste stesse cose che io sto dicendo a lei, le ho dette l’anno scorso in un convegno a Firenze in cui era presente un primario anestetista il quale disse : “Eh! Va bene ma i manichini costano!” E’ ovvio che costano, ma allora lei sta ammettendo che la ricerca non viene fatta nel modo migliore per ragioni economiche! E questo è un fatto assolutamente inaccettabile! Il chirurgo si deve formare nel modo migliore e non in quello che costa meno!
Dissi anche un’altra cosa : Queste morti che si verificano per effetti collaterali o per effetti indesiderati dei farmaci, non sono una piccola cosa! Sono, a seconda delle statistiche, dal 6 al 20 % del totale. Ovverosia noi abbiamo dal 6 al 20 % di morti per cause dovute o al medico o al farmaco! Negli stati Uniti si calcola che questi morti ogni anno siano 100mila! Ebbene il primario anestetista di cui parlavo poco fa, disse “ma che cosa sono 100mila morti?”
 100mila morti per me sono una cosa mostruosa, assolutamente inaccettabile per tutta l’umanità! Come si fa a mettere in conto che si possono tranquillamente ammazzare 100mila persone.

D. anche perché l’anestetista di cui ha parlato, forse, non ha tenuto conto del fatto che anche i cani che vengono allevati a Green Hill hanno un costo perché già un beagle di razza non costa poco! Questi cani dai 1500,00 € ai 2000,00€ costano!
R. ed è proprio per questa ragione che c’è un traffico mostruoso di animali, specie cani, verso la Germania. Traffico che nessuno ha indagato, che nessuno indaga, che tutti fanno finta di non vedere, perché i cani randagi portati in Germania e che scompaiono nel nulla, come scomparivano nel nulla gli ebrei prima della guerra, chissà dove vanno a finire? Ma costano molto meno dei beagle dell’allevamento di Green Hill!

D. E su questo indagheremo anche noi. Dott. Cagno, vorrei tornare e chiederle se esistono dei test che vengono effettuati sugli animali e che, per legge o eticamente, non potrebbero essere effettuati. Cosa succederebbe se venissero aboliti questi test?
R. La maggior parte dei test su animali, purtroppo, viene autorizzato o permesso dalla legge. La legge è stranamente benevola! Prendiamo la nostra: il D.lgs 116 permette più o meno tutto! Nel senso che la legge italiana dice che si possono effettuare gli esperimenti in tutta una serie di operazioni. Ci sono delle situazioni in cui non si potrebbe compiere l’esperimento, però, tuttavia se il ricercatore lo ritiene opportuno, se non ci può essere un metodo sostitutivo,  a questo punto si può procedere anche a quel tipo di esperimento! Il Decreto 116 permette anche l’utilizzo delle specie in via di estinzione, cosa che viene detta molto raramente! Giusto per dire che tutto è possibile! Quindi è difficile trovare un tipo di esperimento sugli animali che non sia permesso per legge! Per legge è permesso praticamente tutto anche perché la stragrande maggioranza degli esperimenti viene eseguito solo per semplice comunicazione. Cioè, il ricercatore comunica che effettuerà quel tipo di esperimento. Punto. In una minima percentuale di casi deve chiedere l’autorizzazione, ad esempio, cani, gatti, primati non umani, senza anestesia, didattica. Tuttavia, poi, stranamente, dall’Istituto Superiore di Sanità non arriva né autorizzazione, né non autorizzazione, per cui si procede per silenzio assenso, oppure arriva l’autorizzazione. Perché, ad esempio, si parlava prima della didattica, esistono libri interi  che descrivono centinaia e migliaia di metodi nella didattica universitaria, quindi non quella delle scuole di specializzazione in chirurgia. Centinaia di migliaia di metodi descritti in libri, eppure ci sono ancora università italiane che eseguono ancora esperimenti in didattica: prendono le rane, le fanno vedere agli studenti di medicina, gli tagli8ano i muscoli e i nervi delle zampe e fanno vedere agli studenti che cosa succede! Ma ammesso che una creda che serva a qualche cosa, non si potrebbe filmarlo una volta e presentare lo stesso filmato, ammesso che serva? Ma siamo proprio convinti che quella roba lì serva? In realtà, se dobbiamo proprio dirlo, io son convinto che serva: serve a trasmettere già negli studenti il dogma dell’indispensabilità dell’utilizzo degli animali! E’ utilissimo, ma è utilissimo solo ai vivisettori. Quando noi andiamo a vedere i protocolli di ricerca – a me è capitato di vedere diversi protocolli di ricerca – ci sono dei protocolli di ricerca in cui palesemente il ricercatore fa delle affermazioni che sono contrarie alla legge, eppure quell’esperimento è stato compiuto lo stesso. Allora io mi chiedo: ma chi doveva controllare, dove stava? Faccio un esempio concreto, se no sembrano parole fumose! Qualche anno fa, un esperimento condotto in un’università a Roma, l’argomento era il tumore dei testicoli. Cosa han fatto? Hanno preso i testicoli delle pecore e hanno compiuto l’esperimento. Alla fine della richiesta di autorizzazione, il ricercatore stesso diceva che l’unica possibilità di non utilizzare le pecore era quella di utilizzare le biopsie degli esseri umani che avevano un tumore ai testicoli. Quindi, la biopsia è qualcosa che viene fatta a livello diagnostico, quindi materiale gratis, di origine umana, di viventi, che non costa niente, anzi costa smaltire perché questo è un materiale che ha un alto costo di smaltimento. La legge, il Decreto 116, dice che perché tu possa condurre un esperimento sugli animali devi dimostrare che non esista altro metodo. Quindi, in questo caso, il ricercatore stesso diceva che esisteva un altro metodo, per cui lui stesso dichiara che il suo esperimento era illegale, non autorizzabile! Questo ricercatore, però, comunque l’esperimento l’ha compiuto! Nessuno glielo ha vietato il che vuol dire che è scattatao il silenzio assenso! Nessuno ha letto e lui è andato avanti! Quindi tutto si fa!

D. Ritornerei al dott. Terrile, perché se recepissimo nel 2013 la nuova direttiva che arriva sempre dall’Unione Europea n. 63/2010 sulla protezione degli animali utilizzati a fini scientifici, così come è formulata, faremo un passo in avanti o indietro nella legislazione italiana in materia di vivisezione, e soprattutto, cosa potremo fare per evitare questo passo indietro.
R. Diciamo subito che esiste una gerarchia nelle normative a livello internazionale. In particolare, parlando dell’Europa a livello europeo. Anche per la costituzione italiana hanno prevalenza prima le normative a più alto livello – quelle europee – e, in particolare, i regolamenti c he sono obbligatori mentre le direttive sono vincolanti, però, entro certi limiti, vi si può un po’ derogare. Poi, ovviamente, le leggio dello stato, poi le Regioni e i Comuni. Le Province non possono emanare leggi. Questo fa si che qualunque normativa italiana, almeno degli ultimi venti anni - in particolare per questi temi generali, di carattere extra nazionale - provenga dalla normativa Europea. Nel 2013 noi dovremmo nel nostro ordinamento -come precedentemente è stato fatto con la direttiva del 1986 sulla vivisezione – recepire la nuova direttiva, la quale, da un punto di vista normativo, è peggiorativa, anche se ha parecchi articoli e disposizioni che, apparentemente, possono sembrare un miglioramento. Qui dovremmo scendere nel dettaglio, però sono 30 articoli e direi che in questo momento non è il caso. Possiamo dire che da un nostro esame approfondito - che, peraltro, è anche disponibile sul nostro sito (www. antispec.org)se uno va a cercare ne sito del movimento antispecista, può trovare tra le iniziative legislative la critica a questa direttiva – su una trentina di articoli, 7 sono più o meno ininfluenti, perché lasciano le cose come stanno, 7 sono leggermente positivi , per questi possiamo citare i metodi alternativi – mi associo con quanto detto dal dott. Cagno sui metodi alternativi, in quanto come metodo alternativo si intende anche la sperimentazione in vitro che prevede l’uccisione dell’animale, il quale non è nemmeno considerato esperimento, quindi non bisogna neanche chiedere l’autorizzazione! I metodi alternativi inseriti in questa direttiva, ad esempio, non sono stati resi obbligatori. Tutti si aspettavano che, almeno i metodi scientifici validati a livello europeo ed internazionale, fossero vincolanti per i Paesi Europei e invece no! Sono raccomandati! Addirittura è scritto che un Paese, uno Stato che non volesse accettare certi metodi alternativi, perché li ritenesse non etici, possa rinunciare  a questi metodi alternativi! Ma cos’è che può rendere non etico un metodo alternativo o sostitutivo all’animale? Un metodo che usa delle cellule umane, magari embrionali, magari staminali, che, forse non piacciono a certe credenze, a certe ipotesi religiose,! Ecco, è previsto che uno Stato possa rinunciare a tali metodi, anche se magari sono un passo avanti, anche per la salute dei cittadini che è garantita dai Trattati dell’Unione, per esempio l’art. 4. Allora se io trovo un metodo migliore, che non usa gli animali, che usa delle cellule umane in vitro o delle colture di cellule per fare dei test avanzati – non parliamo di tossicogenomoni che sono cose che si faranno nel futuro e si stanno facendo negli Stati Uniti e si stanno facendo proprio per distaccarsi dall’Europa, perché il problema è che l’Europa ha messo dei regolamenti vincolanti mentre le merci americane non osservano questi regolamenti e, quindi, non possono entrare in Europa e, quindi, c’è anche una guerra commerciale tra i Paesi! E cosa succede? Succede che se uno queste direttive le va a prendere così, pari pari, e le cala nel nostro ordinamento, fa un passo indietro perché noi eravamo più avanti. Peccato che la direttiva dica che non si possono apportare modifiche migliorative nel  rispetto degli animali, cioè non si possono mettere normative più restrittive a favore degli animali. Questo è gravissimo perché questo toglie ai cittadini italiani ed europei, la possibilità di esprimersi democraticamente a livello nazionale su una materia etica, che non è una materia di competenza esclusiva della UE. Mentre, nei trattati della UE, nel Trattato di Lisbona è scritto chiaramente che la UE ha competenza in materia di commercio, di trasporto, al limite di finanza, tranne in materia di libertà di coscienza religiosa, libertà del cittadino di esprimere le proprie opinioni, ma anche coscienza individuale. Allora se la coscienza individuale io non la posso esercitare democraticamente , in un’azione come un referendum, come una proposta legislativa che, da un punto di vista etico, esprima la mia cultura come Paese e come nazione, è inutile averla! Cioè non vale solo per il singolo cittadino! Bella soddisfazione poter dire io non sono d’accordo con l’olocausto, però, visto che c’è una legge che lo ammette lasciamo perdere! Eh no! Quindi abbiamo avuto due enormi offese dal punto di vista del Parlamento europeo nel rispetto degli stati membri: 1) vietare le modifiche migliorative, per cui molte delle cose che noi abbiamo oggi nella nostra legislazione italiana, che sono migliori, potrebbero decadere se non le sosteniamo ( e non basta sostenerle poco, bisogna sostenerle molto!) e 2)(molto grave) ci sono stati imposti i fini della vivisezione! La direttiva precedente non diceva la vivisezione è giustificata ed è ammessa per questi fini! Diceva se la fai, usa queste regole! Ma la nuova direttiva fa un passo gravissimo perché dice: i fini unici della vivisezione, ammessi a livello comunitario, sono questi! Cosa significa? Che se io Stato membro, in Italia dicessi “no, io la vivisezione in Italia per questo scopo non la voglio!” non lo potrei fare? E perché? Essendo una direttiva potrebbe anche farlo, al massimo prenderebbe una multa o che so io, ma gli farebbero causa le industrie chimiche e farmaceutiche perché direbbero : “Eh no! E’ ammessa a livello comunitario, ufficialmente, quindi tu non la puoi vietare!”

D. devo interromperla perché abbiamo pochissimi minuti e vorrei chiedere al dott. Cagno di essere molto sintetico. Abbiamo iniziato questa trasmissione, partendo da quello che sta succedendo, le proteste, le manifestazione per far chiudere questo allevamento di beagle, Green Hill, per cani destinati ai laboratori di sperimentazione. Non sappiamo se tutti questi attivisti riusciranno a raggiungere questo intento. Però, cosa è riuscito a scuotere questo caso di Green Hill nelle coscienze della gente, nelle coscienze di tutte le persone.
R. Beh i ragazzi e le ragazze del movimento per la chiusura di Green Hill sono riusciti a fare un mezzo miracolo, se non un miracolo intero, cioè 1) sono riusciti a far capire che sotto casa tua, ci può essere un allevamento lager come quello di Green Hill! 2) sono riusciti a far capire che se tu ti metti in prima persona, se tu ti impegni, puoi informare la gente su quello che sta succedendo. E non dimentichiamoci che la democrazia si basa sulla conoscenza. Non esiste democrazia senza conoscenza! Io sono in una situazione di democrazia se conosco tutte le situazioni e, poi, liberamente, scelgo di stare da una parte o dall’altra! La vivisezione è sempre sopravvissuta perché la gente non sa ciò che accade! Quando io sono andato la prima volta a Montichiari a tenere una conferenza, in quella sala c’erano un sacco di cittadini di Montichiari, che non erano animalisti, non erano nemmeno antivivisezionisti magari, ma erano comunque indignati – almeno in quel momento erano indignati – di sapere che sul loro territorio c’era una vergogna del genere. Io credo che, indipendentemente da come andranno a finire le cose, il movimento per la chiusura di Green Hill ha già vinto!

giovedì 17 maggio 2012

Di nuovo in piazza il 16 giugno: GRENN HILL DEVE CHIUDERE!




Scaduto il termine per la presentazione degli emendamenti all'art.14 della legge comunitaria 2011!

Si parla di decine di emendamenti presentati, il cui testo non è, però, al momento, ancora disponibile!
L'esame degli emendamenti, comunque, comincerà il 6 giugno.

A quanto pare, i senatori del Pd avrebbero manifestato la volontà di lasciare inalterato l'attuale testo dell'art. 14, che porterebbe, tra le altre cose, alla chiusura del lager di GreenHill.

In difformità dal suo gruppo si muoverebbe, invece, il senatore Ignazio Marino, il quale - stando a ciò che leggo in vari siti - avrebbe presentato un emendamento soppressivo dell'art.14.

L'unica certezza è che il movimento non si placa...i cortei  svoltisi ieri in tutta Italia convoglieranno il 16 Giugno a Roma per una grande manifestazione nazionale per chiedere tutti insieme la fine della barbara pratica della vivisezione!
Cercherò, come sempre, di tenervi aggiornati!